I test psico-attitudinali per assunzioni sono uno strumento utile che offre ai recruiters indicazioni preziose sulle caratteristiche personali, cognitive e comportamentali dei candidati. Analizzano competenze e predisposizioni, oltre a fornire un’idea di come questi si comporterebbero in un determinato ambiente di lavoro o in un team. In questo articolo di YesWeWork, vi parleremo di come le prove psicometriche e il colloquio psicologico siano un vantaggio e offrano un aiuto in più durante il processo di selezione per trovare il personale giusto da inserire nelle aziende.
Come nascono i test psico-attitudinali
Sono molti gli psicologi e studiosi di tutto il mondo che hanno contribuito allo sviluppo dei test psico-attitudinali; ancora oggi sono frequenti le ricerche finalizzate a migliorarne l’affidabilità e la validità.
Uno dei precursori fu Francis Galton, uno scienziato britannico del XIX secolo che creò differenti metodi per misurare le diverse caratteristiche psicologiche, individuali e cognitive delle persone. Tra i più noti vi sono gli studi di Alfred Binet e Théodore Simon, che hanno sviluppato il primo test di intelligenza (noto come Scala di Binet-Simon) all’inizio del XX secolo.
A cosa servono i test psico-attitudinali sul lavoro
Le Agenzie per il Lavoro possono usare una varietà di test psico-attitudinali per la Selezione del Personale, a seconda delle esigenze specifiche richieste da un’azienda cliente per le posizioni da ricoprire. Tutti test scelti devono poter analizzare le competenze e la personalità rispettando la privacy e l’anonimato dei partecipanti.
È importante che i test siano basati su procedimenti scientifici, adoperati in modo etico, senza discriminazioni di alcun tipo e effettuati da personale qualificato.
In generale, i test psico-attitudinali possono essere uno strumento utile per ottenere informazioni importanti se utilizzati come parte di un processo di valutazione più ampio che integri altri aspetti dei candidati, come l’esperienza, le soft skills, le referenze, gli esiti di eventuali colloqui.
Alcuni dei test più comuni utilizzati sono:
- Test della personalità: offrono un’indicazione del modo in cui una persona tende ad adattarsi alle situazioni e interagisce con gli altri,. Valutano parametri come l’apertura mentale, la stabilità emotiva, il carattere.
- Test su specifiche capacità cognitive: analizzano fattori come il ragionamento logico, la rapidità con cui un soggetto apprende, comprende e risolve le cose. Possono essere utilizzati per valutare l’adattabilità dei candidati.
- Test su competenze specifiche: sono utilizzati per valutare le abilità e le conoscenze in un campo specifico, come la gestione del tempo o la leadership e si rivelano utili per vagliare l’idoneità di un possibile candidato in un determinato ruolo.
- Test di simulazione: vengono adoperati per comprendere come i candidati affronterebbero determinate situazioni in un contesto lavorativo. Possono includere esercizi di team building, casi pratici da risolvere o simulazioni di situazioni da dover gestire.
- Test attitudinali: valutano i settori in cui un candidato potrebbe risultare migliore e più motivato, identificando le inclinazioni personali.
Agenzie per il Lavoro e vantaggi dell’uso dei test psicoattitudinali
Il colloquio psico attitudinale aiuta il recruiter nella scelta del candidato più adatto per una determinata posizione lavorativa e possono essere strutturati in modi diversi: dai quiz a risposta multipla, alle simulazioni pratiche, in cui i partecipanti devono risolvere problemi o prendere decisioni come fossero in un’azienda.
I test psicoattitudinali aziendali hanno diversi vantaggi, eccone alcuni:
- Riduzione dei tempi e delle risorse impiegate nei processi di selezione.
- Uno strumento in più per comprendere quale candidato corrisponda meglio a un’offerta di lavoro.
- Fornire alcuni indizi sul successo o meno di un candidato in un determinato ruolo o settore.
- Minor turnover. Se il dipendente corrisponde all’ambiente e al settore aziendale, lascerà difficilmente il posto perché sarà soddisfatto.
- Offrire la possibilità di una valutazione oggettiva, riducendo il rischio di pregiudizi o discriminazioni involontarie e/o volontarie basate su aspetto fisico, l’età o genere.
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